La figura professionale del notaio è fondamentale nel sistema giuridico italiano: pensiamo soltanto a tutte quelle operazioni che ognuno di noi si trova a compiere nell'arco della propria vita: comprare o vendere casa, costituire o chiudere una società, fare testamento...
Concretizzare queste decisioni significa conoscere le leggi e le procedure che lo Stato ha deliberato al fine di tutelare i suoi cittadini, leggi e procedure che possono anche essere aggiornate e modificate a seconda delle situazioni e delle congiunture.
Basti pensare, per esempio, ai vari bonus che vengono resi disponibili a determinate categorie di persone in specifici momenti storici, o alle esenzioni o alle tutele di cui possono usufruire coloro che si trovano in condizioni particolari.
Non stupisce dunque che in diverse occasioni sia necessaria la presenza di un professionista che sia in grado di guidare e consigliare i cittadini, tutelando i loro interessi e garantendo che quanto viene fatto sia in linea con le normative vigenti.
Vediamo dunque di chi si tratta, quali sono le sue mansioni e il percorso di studi che bisogna seguire per ottenere tale qualifica.
Se andiamo a leggere la definizione su un vocabolario troviamo quanto segue: il notaio è un pubblico ufficiale – nominato all'ufficio e assegnato a una sede in seguito a concorso per esame – che ha la funzione di ricevere gli atti tra vivi e le disposizioni di ultima volontà e di attribuire loro pubblica fede, ovvero di assegnare loro il valore di prova legale.
Ne consegue che il notaio deve avere requisiti precisi e una formazione solida per poter stipulare atti validi e inattaccabili nel tempo. Per questo motivo lo Stato gli richiede una vasta e approfondita preparazione in campo giuridico, nonché il superamento di un concorso pubblico gestito direttamente dal Ministero della Giustizia, e prevede controlli regolari effettuati da organi statali.
Abbiamo detto che il notaio è un pubblico ufficiale che si occupa di “atti tra vivi” (per esempio vendite, permute, mutui...) e delle disposizioni di ultima volontà (testamenti) e, come tale, compie degli atti pubblici, così chiamati perché egli è autorizzato a conferire loro pubblica fede.
Ciò comporta conseguenze legali molto rilevanti perché, a meno che venga accertato il reato di falso, ciò che il notaio attesta nell'atto notarile fa “piena prova”, ovvero deve essere considerato vero, anche dal giudice.
La legge prescrive quindi di redigere un atto notarile per tutti quei contratti o atti che ritiene di maggiore importanza al fine di garantire al massimo grado la loro legalità:
L'atto pubblico, infatti, fa prova sia della provenienza del documento dal pubblico ufficiale che lo ha redatto, sia delle dichiarazioni delle parti in esso riportate, sia di tutti gli altri fatti o eventi che il pubblico ufficiale afferma di aver compiuto o visto accadere in sua presenza.
Ecco dunque che il notaio, nell'esercizio delle sue funzioni, è tenuto a rispettare precisi obblighi: per prima cosa deve accertare personalmente l'identità la volontà delle persone che si rivolgono a lui e lo scopo che esse intendono perseguire, al fine di stipulare un atto conforme alla legge e idoneo ai bisogni dei suoi clienti.
È inoltre tenuto, per legge, a mantenere indipendenza e imparzialità: deve essere super partes, ovvero deve garantire e tutelare in egual misura gli interessi delle parti, indipendentemente da quale di esse abbia richiesto il suo intervento e gli abbia conferito l'incarico.
Ne consegue dunque che non può operare in caso sorgano conflitti di interessi che lo coinvolgano, perciò è tenuto ad astenersi qualora, per esempio, una delle parti sia composta da suoi parenti.
Deve altresì comunicare all'Unità di Informazione Finanziaria eventuali operazioni sospette in ottemperanza alla normativa anti-riciclaggio.
Riassumendo, in qualità di pubblico ufficiale il notaio è tenuto a fare sì che:
Al discorso relativo agli obblighi è poi legato, naturalmente, quello legato alle responsabilità poiché, qualora non adempia ai suoi doveri professionali, il notaio è responsabile per legge.
Ciò significa che, contrariamente a quanto molti sembrano pensare, il notaio, se sbaglia, “paga”. E lo fa sotto diversi aspetti, come vedremo.
Se ha causato alle parti danni conseguenti a inadempienza dei suoi doveri professionali, per esempio, è tenuto al risarcimento (responsabilità civile); se ha commesso un reato è perseguibile (responsabilità penale); se viola principi legati alla deontologia professionale è obbligato a pagare ammende e può essere sospeso o, in casi gravissimi, addirittura destituito dall'esercizio della sua professione (responsabilità disciplinare).
Dai primi due casi (civile e penale) è derivata la decisione di istituire una polizza assicurativa obbligatoria che possa coprire i danni derivati da errori o illeciti (i notai sono stati i primi professionisti in Italia a intraprendere questa strada).
L'importanza delle mansioni notarili e le loro eventuali conseguenze in campo giuridico e legale, nonché gli effetti che esse producono sulla vita sociale ed economica delle persone coinvolte, comportano altresì tutta una serie di controlli, istituiti sempre al fine di garantire che ogni operazione sia condotta correttamente e nella legalità.
Lo Stato sottopone dunque tutti gli atti notarili a verifiche periodiche eseguite dall'Agenzia delle Entrate (ogni 4 mesi) e dal Ministero della Giustizia (ogni 2 anni), mentre i Consigli Distrettuali Notarili provvedono alla vigilanza in merito al comportamento dei singoli professionisti.
Un altro mito comune da sfatare relativo alla professione notarile è quello che sostiene che diventi notaio solo chi è figlio o comunque parente stretto di un notaio.
Ebbene, come andremo a vedere tra poco, l'iter richiesto e la procedura per ottenere la qualifica e la possibilità di svolgere le mansioni di pubblico ufficiale che abbiamo analizzato in precedenza rendono evidente quanto questo assunto sia errato. Tanto che oltre l'80 per cento dei notai attualmente operanti sul territorio italiano non ha un genitore che svolge la stessa professione.
Dunque, in realtà il percorso per diventare notai è piuttosto lungo e impegnativo: per prima cosa è necessario conseguire una laurea in Giurisprudenza e portare a termine un praticantato di 18 mesi in uno studio notarile. In Italia lo Stato viene incontro all'aspirante notaio prevedendo la possibilità di anticipare 6 mesi di tale praticantato nel corso dell'ultimo anno di università, ma ne restano comunque ancora 12 da svolgere.
Una volta completate queste prime due tappe bisogna affrontare un concorso pubblico indetto direttamente dal Ministero della Giustizia (al quale non si può partecipare più di 5 volte); in base alla graduatoria, ai vincitori viene attribuita, sempre dal Ministero, una sede, nella quale dovranno aprire uno studio nell'arco di 3 mesi dall'assegnazione.