L’IMU, ossia l’Imposta Municipale Unica, è un tributo comunale che deve essere corrisposto da chiunque possieda un immobile; è stata introdotta nel 2011 in sostituzione di quella che allora si chiamava ICI e di altre addizionali regionali e comunali. Nel corso degli anni tale tributo è stato più volte ripreso e modificato: consideriamone le caratteristiche principali.

Cosa è e come si calcola l'IMU

Per prima cosa si tratta di un’imposta che fa riferimento all’anno in corso e, in secondo luogo, viene calcolata in percentuale in base ai mesi in cui l’immobile è stato in possesso del contribuente, con un arrotondamento per eccesso o per difetto, ovvero: se acquisto un appartamento soggetto a IMU il 25 marzo (oltre metà mese), l’imposta verrà calcolata a partire da aprile, ma se invece lo compero il 10 marzo (prima della metà del mese), dovrò versare anche l’IMU relativa al mese di marzo.

A quali beni si applica l'IMU?

Vediamo poi a che tipo di beni può essere applicata tale imposta, almeno in linea generale:

  1. le abitazione (quando sono “seconde case”, come vedremo meglio più avanti);
  2. i terreni agricoli;
  3. i fabbricati industriali e quelli commerciali;
  4. le aree fabbricabili.

Il punto 1) introduce subito una limitazione, poiché la legge prevede infatti che siano esentati dal pagamento dell’IMU quegli immobili che sono definiti come “abitazione principale” (tranne nel caso in cui si tratti di immobili di lusso, quelli che appartengono cioè alle seguenti categorie catastali: A/1, A/8 e A/9). Attenzione: si parla di “abitazione principale”, non di “prima casa” (che abbiamo già citato in altri articoli e che è un requisito necessario per ottenere alcuni bonus e precise facilitazioni fiscali).

Si chiama infatti “abitazione principale” l’immobile nel quale il proprietario dimora di solito e nel quale ha la sua residenza anagrafica. Quindi, se una persona è proprietaria di due diversi appartamenti, per esempio, solo la sua abitazione principale sarà esente dal pagamento dell’IMU.

L’esenzione che si applica dunque all’“abitazione principale” coinvolge anche le pertinenze, nella misura massima di un’unità per ogni categoria. Cosa significa? Vuol dire che se l’abitazione principale ha come pertinenze due garage e una cantina, solamente uno dei due box sarà al di fuori dell’esenzione e quindi soggetto a IMU.

Per amore di completezza ricordiamo che esistono altre categorie esentate, come per esempio la casa familiare assegnata al genitore affidatario dei figli o le unità immobiliari appartenenti alle cooperative edilizie a proprietà indivisa – qualora adibite ad abitazione principale dei soci assegnatari o destinate a studenti universitari soci assegnatari – o ancora i terreni agricoli ubicati nei Comuni delle isole minori e altri casi particolari.

Come si calcola l'IMU

L’Imposta Municipale Unica viene solitamente suddivisa in due rate di diverso importo, da pagare il 16 giugno e il 16 dicembre: la prima si basa sulle aliquote dell’anno precedente, nella seconda è previsto un conguaglio a seconda delle direttive emanate dal Comune di riferimento. Viene comunque data la possibilità di corrispondere l’imposta in un’unica rata a giugno (fatta salva la possibilità riservata ai Comuni di fissare termini diversi per i versamenti in caso di situazioni specifiche).

L’importo dell’IMU viene calcolato a partire dalla rendita catastale (si trova nel rogito, nella visura catastale, che può essere richiesta nel sito dell’Agenzia delle Entrate), seguendo questa procedura:

  1. moltiplicare per 1,05 la rendita catastale (per la rivalutazione);
  2. moltiplicare poi il valore così ottenuto per il coefficiente dell’immobile, che varia di categoria in categoria;
  3. moltiplicare infine il risultato per l’aliquota deliberata dal Comune di riferimento, che può variare di anno in anno e può essere reperita nel sito del Dipartimento delle Finanze e del Ministero dell’Economia e delle Finanze

La Legge di Bilancio 2022 ha introdotto in via sperimentale il cosiddetto “bonus IMU”, cioè un contributo per il pagamento dell’imposta di cui possono beneficiare coloro che trasferiscono la loro attività in Comuni delle zone interne con una popolazione non superiore ai 500 abitanti e a rischio di spopolamento.

Le modalità attuative di tale decreto verranno stabilite nel corso dell’anno (si parla per ora di risorse disponibili per circa 10 milioni di euro), ma è importante sottolineare che tale contributo, in quanto diretto a combattere la desertificazione commerciale e l’abbandono dei territori, riguarda solo e soltanto i cosiddetti immobili strumentali, ovvero quelli posseduti e utilizzati per l’esercizio di un’attività. 

Quanto qui pubblicato non può in alcun modo sostituire il parere personalizzato di un Professionista, potrebbe non essere adeguatamente aggiornato nel tempo e potrebbe comunque non essere applicabile al vostro caso. Vi invitiamo a rivolgervi ad un Notaio per l’analisi della vostra posizione e, qualora non lo facciate, il sito OkNotai non si assume alcuna responsabilità.

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