Quando si sente parlare di un “piano di ammortamento” si sa che si ha a che fare con la restituzione di un debito, ma forse la maggior parte delle persone non sa come funziona esattamente, e che ne esistono di diversi tipi.
Il piano di ammortamento altro non è che un piano di rimborso del debito, ovvero una sorta di programma dettagliato che definisce come e quando verranno restituiti capitale e interessi all'ente erogatore del prestito o del mutuo.
Infatti ogni rata è composta da due “parti”:
La prima rappresenta naturalmente l'importo del debito da restituire, il cui ammontare viene suddiviso in rate a seconda della durata del mutuo o del finanziamento.
Chiaramente, a mano a mano che il debito viene restituito, il capitale residuo diminuisce.
La seconda – lo dice il nome stesso, anche in questo caso – rappresenta gli interessi maturati. Il tasso di interesse è ovviamente applicato al capitale residuo.
Naturalmente, in caso di mutuo con tasso variabile, l'importo di ogni rata dipenderà dal tasso in essere al momento del pagamento.
Tuttavia, se è stato scelto, per esempio, un mutuo a tasso fisso, allora il piano di ammortamento consegnato dalla banca al momento della stipula individuerà le rate (e le due quote di cui esse sono formate, come abbiamo visto) in modo preciso.
Qualora si decida di cambiare la durata del rimborso oppure di passare dal tasso fisso al variabile o viceversa, va da sé che sarà necessario stilare un nuovo piano.
Avverrà la stessa cosa anche nel caso si scelga di corrispondere una certa somma (rimborso parziale) che va a diminuire il capitale residuo.
Ora che abbiamo capito qual è la natura del piano di ammortamento, e lo scopo per il quale viene creato, possiamo dare un'occhiata alle diverse possibilità perché, se è vero che qui in Italia il più diffuso è il piano di ammortamento alla francese, ne esistono in realtà molti tipi.
Come abbiamo accennato appena sopra, il più diffuso è il piano di ammortamento alla francese, ma esso non è l'unico esistente. Infatti possiamo elencare le seguenti possibilità:
Vediamo brevemente quali sono le caratteristiche che li distinguono l'uno dall'altro e che rappresentano le particolarità di ognuno.
La sua caratteristica principale è questa: nelle prime rate la quota interessi è decisamente preponderante rispetto alla quota capitale.
Questo significa che all'inizio si rimborsano quasi solo gli interessi, mentre verso la fine rimane quasi soltanto la quota capitale.
Ciò permette di mantenere la rata costante (anche se poi, in realtà, il piano di ammortamento alla francese può essere applicato anche ai mutui con tasso variabile che, come sappiamo, non prevedono una rata fissa).
Il vantaggio dell’ammortamento alla francese è che gli interessi non vengono calcolati anche sugli interessi pregressi, ma solo sulla quota di capitale, che diminuisce ovviamente a mano a mano che si pagano le rate.
Quando è applicato a un tasso variabile il calcolo del piano di ammortamento cambia di volta in volta (mensilmente o trimestralmente o semestralmente oppure una volta all'anno).
Anche in questo caso si mira alla “costanza” della rata, con la quota interessi decrescente e quella capitale crescente nel tempo.
Tuttavia, al contrario di quello alla francese, in cui il calcolo per gli interessi è posticipato (per esempio la rata di mutuo che si paga a gennaio è basata sul calcolo fatto a dicembre), nel piano di ammortamento alla tedesca è anticipato.
Poiché ciò comporta la presa in considerazione dei valori di volta in volta attuali, può esserci un lieve vantaggio economico del mutuatario (o comunque della persona che si è avvalsa del prestito).
Questa tipologia ha il suo punto di forza nella stabilità della quota capitale, che non cambia per tutta la durata del periodo previsto per la restituzione.
Ciò ha due conseguenze importanti: la prima è che la rata tende a ridursi nel tempo (rate decrescenti) e la seconda è che, rispetto ai due tipi di piani appena considerati, il monte interessi complessivo risulta alla fine inferiore.
È sicuramente la tipologia più complessa, perché prevede in pratica un doppio binario.
Da una parte ci sono gli interessi, che vengono ripartiti in rate fisse, e dall'altro viene messo in campo un piano di investimenti che mirano alla creazione di un capitale tale da estinguere il debito contratto.
Di solito prevede un insieme di scadenze da rispettare, con determinate “soglie” di rimborso. Nel caso in cui tali soglie non vengano rispettate o, al contrario, che si riesca a corrispondere cifre maggiori di quelle previste, le rate degli interessi andranno ricalcolate.
Anche questa tipologia prevede la rateizzazione della sola parte di interessi, mentre la quota capitale può essere restituita con cadenze meno rigide: per esempio il 20 per cento nei primi due anni, poi fino al 60 per cento entro i cinque anni e così via, fino alla restituzione completa entro un periodo di tempo stabilito.