Lo studio notarile è la sede in cui opera il notaio, un pubblico ufficiale la cui presenza è richiesta dalla normativa vigente per la stipula di diversi atti come contratti di compravendita immobiliare, donazioni, testamenti eccetera.

Si tratta di una professione che implica impegno e responsabilità e alla quale si può accedere soltanto dopo diversi anni di studi approfonditi e il superamento di un concorso pubblico.

Andiamo dunque a dare un’occhiata ai compiti che richiedono l’intervento di un notaio e al percorso formativo che bisogna intraprendere per poter arrivare ad aprire un proprio studio notarile.

Le attività che si svolgono in uno studio notarile

Il notaio è un libero professionista, tuttavia è anche un pubblico ufficiale, e come tale si occupa di mansioni importanti e sovente delicate. Lo studio notarile è infatti il luogo in cui egli riceve i cosiddetti “atti tra vivi” e le disposizioni testamentarie dei cittadini, al fine di dare loro pubblica fede.

Cosa significa? Ciò vuol dire che le azioni del notaio conferiscono agli atti di cui si occupa un valore di prova legale.

Non siamo costretti, come è noto, a recarci in uno studio notarile molto spesso, di solito, ma la legge italiana prevede esplicitamente l'intervento di un notaio in determinati casi.

E si tratta di quei casi in cui, secondo il legislatore, è assolutamente necessario che siano garantite la legalità e la conformità delle azioni compiute.

Qui di seguito sono elencate le principali categorie di azioni per le quali è necessario l’intervento di un notaio:

  • atti di alto valore economico-sociale (come la stipula di un mutuo, di un contratto immobiliare o la costituzione di una società commerciale);
  • atti che producono effetti sullo stato civile delle persone (pensiamo al riconoscimento di un figlio naturale);
  • atti legati alla libera manifestazione della volontà del singolo individuo (come una donazione o un testamento).

Per tali necessità ci si reca dunque in uno studio notarile, perché il professionista a cui ci si rivolge, in quanto appunto pubblico ufficiale, deve far sì che:

  • l'atto sia conforme alla volontà delle parti;
  • l'atto sia valido e quindi conforme alle leggi;
  • gli effetti giuridici dell'atto non siano pregiudicati da vincoli o diritti di terzi di cui il notaio non abbia avvertito le parti.

Ecco dunque emergere le qualità che devono contraddistinguere il titolare di uno studio notarile: egli non solo deve possedere competenze specifiche in materia giuridica, ma deve anche essere sempre responsabileimparziale e indipendente.

Come bisogna procedere per diventare notai?

Come abbiamo detto in precedenza, per aprire uno studio notarile è necessario seguire un percorso impegnativo che richiede diversi anni di dedizione e fatiche.

Tuttavia, se tale prospettiva non vi spaventa e siete decisi a impegnarvi a fondo per prepararvi e conquistare le competenze richieste, si tratta senza dubbio di un'ottima opportunità.

E anche di una professione interessante.

Possiamo semplificare il discorso segnalando quelle che sono le tre tappe fondamentali per la formazione di un notaio. Si tratta dei seguenti step:

  • laurea in Giurisprudenza;
  • pratica notarile;
  • concorso pubblico.

Vediamo ora un pochino più nel dettaglio come funzionano questi “scalini” che separano l’aspirante notaio dal suo studio notarile.

Partiamo dal corso di laurea magistrale in Giurisprudenza, il quale prevede attualmente un ciclo unico che dura cinque anni e si snoda attraverso 32 esami, per un totale di 300 crediti.

La facoltà di Giurisprudenza è di solito accessibile, perché generalmente non prevede l’ostacolo rappresentato dal test iniziale, che contraddistingue le cosiddette facoltà a numero chiuso.

Il secondo stadio, il “praticantato”, richiede il completamento del primo step e un secondo requisito dettato dalla normativa. Dunque, per accedere al periodo di pratica, l’aspirante notaio deve avere:

  • il diploma di laurea in Giurisprudenza;
  • la cittadinanza italiana o di uno dei 28 Paesi membri dell'Unione Europea.

La pratica notarile ha una durata di 18 mesi e deve avere luogo, naturalmente, presso uno studio notarile.

Ci si può rivolgere direttamente a un notaio oppure si può chiedere al Consiglio Notarile della zona prescelta, che ne designerà uno tra quelli disponibili.

A questo punto occorre anche iscriversi nel registro dei praticanti (il praticantato ha inizio dopo questa formalità), sempre presso il Consiglio Notarile locale, al quale va inoltre presentato ogni bimestre un certificato che attesti l'effettivo svolgimento della pratica.

Lo stadio del tirocinio – se possiamo chiamarlo così – nello studio notarile prescelto va comunque, in ogni caso, portato a termine entro 30 mesi dall'iscrizione nel registro.

Ricordiamo che esiste la possibilità di anticipare sei mesi di tale pratica nell'ultimo anno del percorso in Giurisprudenza, opzione che può rivelarsi vantaggiosa per chi riesce a conciliare studio e tirocinio.

Rappresentano un’eccezione i funzionari dell'ordine giudiziario e gli avvocati che esercitano da almeno un anno: a questi è concessa infatti una pratica abbreviata, per un periodo continuativo di otto mesi.

L’ultima tappa del nostro elenco per quanto riguarda il percorso verso l’apertura di uno studio notarile, ovvero il concorso pubblico, merita un paragrafo a parte. Esso infatti è piuttosto articolato ed è composto da diverse fasi.

Vediamo quali.

studio notarile

Il concorso pubblico

Dopo aver conseguito la laurea in Giurisprudenza e concluso il periodo di praticantato in uno studio notarile, l'aspirante notaio deve ancora affrontare un'ultima prova prima di accedere finalmente alla professione.

Si tratta del concorso pubblico, che viene bandito dal Ministero della Giustizia e ha luogo a Roma una volta all'anno. Esso ha come scopo l'assegnazione di un numero programmato di sedi notarili.

Infatti questa è forse l’unica professione nella quale è previsto un “numero chiuso”, stabilito anche in riferimento all’andamento economico-demografico della popolazione italiana.

Il Decreto Ministeriale 18 aprile 2023, per esempio, ha ridotto il numero delle sedi previste, portandolo da 6270 a 5971.

Tornando al concorso, vi si può partecipare consegnando tutti gli elaborati solo cinque volte in tutto e i candidati non possono avere più di 50 anni di età.

La commissione, che presiede alle due prove – la prima scritta e la seconda orale – è composta come segue:

  • un magistrato di Cassazione, con funzioni direttive superiori, che la presiede;
  • un magistrato idoneo alla nomina in Cassazione, con funzioni di vicepresidente;
  • 7 magistrati con qualifica di magistrato di Appello;
  • 6 professori universitari, ordinari o associati, che insegnino materie giuridiche;
  • 9 notai che abbiano almeno dieci anni di anzianità nella professione.

L'esame scritto prevede tre prove teorico-pratiche, ovvero:

  • un atto di ultima volontà (testamento);
  • un atto tra vivi (diritto civile);
  • un altro atto tra vivi (diritto commerciale).

Il colloquio, al quale si accede automaticamente una volta superata la prova scritta, si articola su tre materie:

  • diritto civile, commerciale e volontaria giurisdizione, con particolare riguardo agli istituti giuridici in rapporto ai quali si esplica l’ufficio di notaio;
  • disposizioni sull’ordinamento del Notariato e degli archivi notarili;
  • disposizioni concernenti le imposte indirette.

Ecco che, portati a termine con successo la laurea, la pratica e il concorso, si profila finalmente la concreta opportunità di aprire uno studio notarile.

Per procedere però il candidato deve prima aspettare che il Ministero della Giustizia stili la graduatoria, in base alla quale gli verrà assegnata una sede. In quella località dovrà, entro tre mesi, avviare il suo studio notarile.

Assegnazione della sede e nomina avvengono mediante decreto del Direttore Generale della Giustizia Civile del Ministero e sono pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale.

Una volta prestato solenne giuramento presso il Tribunale della sede conferitagli, il nuovo notaio riceverà dal Ministero della Giustizia un sigillo e lo strumento necessario per apporre la firma digitale.

Egli dovrà dunque depositare la propria firma autografa, accompagnata dall’impronta del sigillo, presso il Consiglio Notarile di appartenenza, che provvederà quindi a iscriverlo nel proprio ruolo.

In conclusione

Come abbiamo appena potuto constatare, l’apertura di uno studio notarile è un obiettivo che richiede anni di duro lavoro, nonché l’acquisizione di competenze specifiche e approfondite, che vanno dimostrate anche in sede di concorso pubblico.

Tuttavia, una volta conquistato questo traguardo, altre sfide attendono il nuovo professionista, perché, come ogni altra attività, uno studio notarile non si avvia da solo.

Una delle prime necessità del nuovo studio notarile è quella di farsi conoscere al fine di conquistare una buona clientela. Una buona idea è quella di creare per il proprio studio notarile un sito online ufficiale.

Altro ottimo sistema è quello di far parte di una piattaforma, un portale come OK Notai, che permette ai notai di entrare in contatto con un vasto pubblico di persone che sono alla ricerca di un professionista.

Quanto qui pubblicato non può in alcun modo sostituire il parere personalizzato di un Professionista, potrebbe non essere adeguatamente aggiornato nel tempo e potrebbe comunque non essere applicabile al vostro caso. Vi invitiamo a rivolgervi ad un Notaio per l’analisi della vostra posizione e, qualora non lo facciate, il sito OkNotai non si assume alcuna responsabilità.

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