Il mutuo ristrutturazione prima casa – lo dice la locuzione stessa – è un finanziamento che è possibile richiedere a un istituto di credito al fine di finanziare dei lavori che vadano a modificare l'interno, l'esterno (o entrambi) della propria abitazione principale.
Naturalmente per ottenerlo sarà necessario presentare documenti, incartamenti e preventivi e ottemperare a determinate condizioni. Vediamo brevemente come funziona.
Chiunque di voi abbia già affrontato l'iter per richiedere un mutuo sa che è una procedura che richiede diversi documenti e certificati, che l'istituto di credito esaminerà per decidere se procedere o meno all'erogazione del finanziamento e in quali termini.
Partiamo dall'inizio. Intanto per poter procedere con la richiesta il soggetto deve avere tre prerequisiti fondamentali:
La procedura prevede l'analisi dei documenti anagrafici e di quelli reddituali, al fine di stabilire identità e possibilità economiche dei candidati, e dei preventivi dei lavori, rilasciati dalle ditte.
I documenti anagrafici richiesti sono:
I documenti reddituali variano a seconda che il richiedente sia un dipendente (pubblico o privato) o un pensionato oppure un lavoratore autonomo.
Nel primo caso (dipendente o pensionato) comprendono:
Se il richiedente invece lavora in proprio (lavoratore autonomo o libero professionista) dovrà presentare:
Per quanto riguarda invece la documentazione relativa all'immobile, oltre alla planimetria catastale vanno consegnati alla banca anche altri incartamenti, e precisamente:
Il mutuo ristrutturazione (prima o seconda casa) può avere una durata che va da un minimo di cinque anni a un massimo di trenta.
Essa è influenzata da diversi fattori, come la somma erogata, l'importo della rata, le consuetudini dell'istituto di credito prescelto, eccetera.
L'importo massimo va a coprire l'80 per cento del valore stimato che avrà l'immobile una volta conclusi i lavori di ristrutturazione.
La somma richiesta può essere erogata in un'unica soluzione oppure secondo la cosiddetta formula SAL (stato di avanzamento lavori).
La prima opzione è di solito applicata quando la ristrutturazione consiste in lavori minori di manutenzione ordinaria, come sostituzioni o riparazioni.
Nel caso in cui, invece, i progetti prevedano interventi più massicci di solito la banca preferirà imboccare la seconda strada, sbloccando le cifre via via necessarie per pagare i lavori già svolti, a fronte della presentazione della relativa fattura e dopo un sopralluogo.
Tale scelta è dettata naturalmente da questioni di sicurezza, se così vogliamo definirle.
In primo luogo le somme richieste vengono erogate man mano (quindi l'istituto di credito limita la propria esposizione) e poi vengono corrisposte dietro la presentazione della fattura, quindi non possono essere utilizzare per altre spese non previste dal mutuo ristrutturazione.
Nel corso del periodo dei lavori (che di solito non devono protrarsi per oltre i diciotto mesi) il mutuatario corrisponde alla banca una rata mensile pari a un dodicesimo dell'interesse annuo stabilito, calcolato sulla cifra effettivamente consegnata.
Una volta presentata la dichiarazione di fine lavori l'istituto di credito eroga l'ultima tranche a saldo e fa partire il vero e proprio piano di ammortamento del mutuo ristrutturazione.
Il mutuo ristrutturazione è una tipologia di mutuo perciò, esattamente come negli altri casi, va stipulato di fronte a un notaio.
Il professionista dovrà anche in questo caso eseguire i suoi controlli preliminari sulla documentazione presentata e sullo status dei richiedenti. Perciò nelle spese complessive andrà considerato anche il suo onorario.
È sempre una buona idea richiedere un preventivo, al fine di avere un'idea complessiva non solo dei costi della pratica in sé, ma anche delle imposte e delle possibili detrazioni previste dalla legge.
Dunque bisognerà preventivare, per cominciare:
Nel caso di mutuo ristrutturazione prima casa l'aliquota dell'imposta da versare allo Stato corrisponde allo 0,25 per cento del valore del mutuo (sarebbe il due per cento in caso diverso da quello dell'abitazione principale).
Si possono inoltre detrarre gli interessi fino a un ammontare massimo di 4000 euro, a patto di spostare la residenza entro diciotto mesi dall'acquisto (questo è uno dei requisiti necessari per le agevolazioni legate alla “prima casa”).
È anche prevista una detrazione Irpef pari al 50 per cento della spesa, da suddividere in dieci rate di uguale importo, per una somma non superiore ai 96.000 euro totali.
Naturalmente per beneficiare di queste agevolazioni legate al mutuo ristrutturazione prima casa va conservata tutta la documentazione relativa agli interventi, che andrà poi consegnata al proprio commercialista di fiducia.