Grazie anche ai notevoli passi avanti nel settore e al crescente apprezzamento per i prodotti agricoli biologici, molte persone stanno rivalutando l'idea di dedicarsi a questo tipo di settore lavorativo, aprendo magari una società agricola.
Diciamo subito che per intraprendere un simile progetto non si può affatto improvvisare, e non solo perché la normativa impone precisi requisiti agli aspiranti agricoltori.
Essi infatti devono anche poter contare su solide conoscenze e sulla loro applicazione, nonché su macchinari specifici e una organizzazione ad hoc.
Andiamo dunque a vedere quali competenze sono richieste dalla legge e quale è l'iter da seguire per intraprendere questa strada, certo impegnativa e faticosa ma spesso anche ricca di soddisfazioni.
Innanzitutto, secondo il Decreto legislativo 99/2004, per intraprendere un'attività in questo settore sono necessarie precise competenze, rappresentate fondamentalmente dallo stato di IAP, che significa imprenditore agricolo professionale.
Tale qualifica può essere conseguita tramite diversi canali:
La società agricola può assumere la forma di società di capitali (srl ordinaria o semplificata) a patto che soddisfi tre requisiti:
La procedura per l'apertura della società prevede diversi passaggi per i quali bisogna avvalersi dell'intervento di un notaio e di un commercialista:
L'imprenditore agricolo professionale viene definito, nell'articolo 1 del già citato Decreto legislativo 99/2004, come “colui che, in possesso di competenze e conoscenze professionali specifiche, dedica alle attività agricole almeno il 50% del proprio orario di lavoro complessivo”.
I principali vantaggi fiscali derivanti da tale qualifica sono i seguenti:
Il secondo articolo del succitato Decreto stabilisce che tali agevolazioni relative ai terreni agricoli spettano anche alla società agricola, mentre l'articolo 16ter del Decreto Legge n. 34/2019 ha esteso pure alle società agricole l'esenzione IMU.
In generale le attività del settore agricolo beneficiano di particolari agevolazioni e regimi IVA, e gli articoli 34 e 34bis del DPR n. 633 del 26 ottobre 1972 disciplinano l’imposta sul valore aggiunto (IVA) per le attività agricole e i regimi applicabili al settore.
La società agricola è inoltre esclusa dalla disciplina del fallimento e può accedere ad agevolazioni fiscali minori e a bandi, concorsi, sgravi e contributi a fondo perduto previsti da enti locali, consorzi, Unione Europea.
Per l'anno 2023 è stato confermato il credito d'imposta per il primo trimestre (nel 2022 era stato applicato al primo, al terzo e al quarto). Tale credito sarà pari al 20 per cento della spesa sostenuta per l'acquisto di gasolio e benzina utilizzati per i mezzi.
Sarà possibile usufruire ancora dello sgravio contributivo previsto per i coltivatori diretti e gli imprenditori agricoli di età inferiore a 40 anni che si iscriveranno alla previdenza agricola entro il 31 dicembre 2023.
Si tratta dell'esonero dal versamento dei contributi previdenziali per un massimo di ventiquattro mesi.
La Legge di Bilancio del 2023 ha inoltre reintrodotto i voucher, o buoni lavoro, semplificando perciò l'assunzione di manodopera non specializzata nei periodi lavorativi particolarmente intensi.
Sono anche previsti finanziamenti agevolati per l'acquisto di macchinari, attrezzature, tecnologie digitali ecc. (Nuova Sabatini).
Se avete intenzione di dedicarvi seriamente a questo settore e fondare una società agricola non limitatevi a consultare notaio e commercialista, ma cercate di acquisire competenze professionali e conoscenze pratiche.
Controllate frequentemente anche i siti online delle varie associazioni di categoria e dell'Unione Europea per essere sempre aggiornati sulle diverse proposte (fiscali, economiche, legislative, ecc.) rivolte al mondo dell'agricoltura.