Aprire uno studio notarile è certo il sogno di molti giovani, che intendono intraprendere una carriera interessante e remunerativa.

Si tratta di un percorso di notevole impegno che richiede competenze specifiche, studi approfonditi e il superamento di un concorso pubblico.

Tuttavia, se la prospettiva di dedicare diversi anni alla preparazione e al miglioramento delle vostre conoscenze non vi spaventa e siete decisi a impegnarvi a fondo, si tratta senza dubbio di un'ottima opportunità.

In questo breve articolo vedremo dunque di fornire una panoramica dei compiti che spettano al notaio e dell'iter che è necessario seguire per raggiungere tale scopo.

Che pratiche si svolgono in uno studio notarile?

Il notaio, oltre a essere un libero professionista, è anche un pubblico ufficiale, quindi ricopre mansioni piuttosto importanti e delicate.

Egli infatti è deputato a ricevere i cosiddetti “atti tra vivi” e le disposizioni testamentarie dei cittadini al fine di dare loro pubblica fede; ciò significa che le azioni del notaio conferiscono agli atti di cui si occupa un valore di prova legale.

Non tutte le azioni quotidiane richiedono naturalmente la presenza di un notaio, ma la legge ne prevede esplicitamente l'intervento quando si tratta di casi in cui, secondo il legislatore, è assolutamente necessario garantire la legalità e la conformità delle azioni compiute.

Pensiamo per esempio ai seguenti casi:

  • atti di alto valore economico-sociale (come la stipula di mutuo, di un contratto immobiliare o la costituzione di una società commerciale);
  • atti che producono effetti sullo stato civile delle persone (per esempio il riconoscimento di un figlio naturale);
  • atti legati alla libera manifestazione della volontà del singolo (come una donazione o un testamento).

Per tali necessità ci si reca dunque in uno studio notarile, perché il professionista a cui ci si rivolge, in quanto appunto pubblico ufficiale, deve fare in modo che:

  • l'atto sia conforme alla volontà delle parti;
  • l'atto sia valido e quindi conforme alle leggi;
  • gli effetti giuridici dell'atto non siano pregiudicati da vincoli o diritti di terzi di cui il notaio non abbia avvertito le parti.

Dunque la “tranquillità” del cittadino è garantita dalla professionalità del notaio, che è responsabile, imparziale e indipendente.

La procedura da seguire: la pratica

Come abbiamo detto in precedenza, per aprire uno studio notarile è necessario seguire un percorso impegnativo che possiamo suddividere in tre diverse tappe, ovvero:

  • laurea in Giurisprudenza;
  • pratica notarile;
  • concorso pubblico.

Partiamo dalla prima fase. Oggi il corso di laurea magistrale in Giurisprudenza prevede un ciclo unico che dura cinque anni e si snoda attraverso 32 esami, per un totale di 300 crediti.

Non è in genere tra le facoltà a numero chiuso, che limitano l'accesso tramite un test iniziale.

Per poter svolgere il periodo di “praticantato”, l'aspirante notaio deve avere dunque due requisiti:

  • il diploma di laurea in Giurisprudenza, come abbiamo detto poco fa;
  • la cittadinanza italiana o di uno dei 28 Paesi membri dell'Unione Europea.

La pratica notarile ha una durata di 18 mesi e deve essere svolta, naturalmente, presso uno studio notarile.

Ci si può rivolgere direttamente a uno studio oppure si può chiedere al Consiglio Notarile della zona prescelta, che ne designerà uno.

A questo punto occorre anche iscriversi nel registro dei praticanti (la pratica ha inizio dopo questa formalità), sempre presso il Consiglio Notarile locale, al quale va inoltre presentato ogni bimestre un certificato che attesti l'effettivo svolgimento del praticantato.

La pratica nello studio notarile prescelto va comunque, in ogni caso, portata a termine entro 30 mesi dall'iscrizione.

Lo Stato italiano viene incontro allo studente, permettendogli di anticipare sei mesi di tale pratica nell'ultimo anno di studio.

Ai funzionari dell'ordine giudiziario e agli avvocati che esercitano da almeno un anno è concessa una pratica abbreviata, per un periodo continuativo di otto mesi.

studio notarile

Il concorso pubblico

Dopo aver concluso il periodo di praticantato in uno studio notarile, l'aspirante notaio deve ancora affrontare un'ultima prova prima di accedere alla professione.

Si tratta del concorso pubblico, che viene bandito dal Ministero della Giustizia e ha luogo a Roma una volta all'anno. Esso ha come scopo l'assegnazione di un numero programmato di sedi notarili.

Si può partecipare al concorso, consegnando tutti gli elaborati, solo cinque volte ed è previsto per i candidati un limite di età di 50 anni.

La commissione, che presiede alle due prove – scritta e orale – è composta come segue:

  • un magistrato di Cassazione, con funzioni direttive superiori, che la presiede;
  • un magistrato idoneo alla nomina in Cassazione, con funzioni di vicepresidente;
  • 7 magistrati con qualifica di magistrato di Appello;
  • 6 professori universitari, ordinari o associati, che insegnino materie giuridiche;
  • 9 notai che abbiano almeno dieci anni di anzianità nella professione.

L'esame scritto prevede tre prove teorico-pratiche, ovvero:

  • un atto di ultima volontà (testamento);
  • un atto tra vivi (diritto civile);
  • un atto tra vivi (diritto commerciale).

Il colloquio, al quale si accede automaticamente una volta superati gli scritti, si articola su tre materie:

  • diritto civile, commerciale e volontaria giurisdizione, con particolare riguardo agli istituti giuridici in rapporto ai quali si esplica l’ufficio di notaio;
  • disposizioni sull’ordinamento del Notariato e degli archivi notarili;
  • disposizioni concernenti le imposte indirette.

Ecco che, portati a termine con successo la laurea, la pratica e il concorso, si profila finalmente la concreta opportunità di aprire uno studio notarile.

Per fare questo il candidato deve aspettare che il Ministero della Giustizia stili la graduatoria, in base alla quale gli verrà assegnata una sede, nella quale dovrà, entro tre mesi, avviare il suo studio notarile.

Assegnazione della sede e nomina avvengono mediante decreto del Direttore Generale della Giustizia Civile del Ministero e sono pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale.

Una volta prestato solenne giuramento presso il Tribunale della sede conferitagli, il nuovo notaio riceverà dal Ministero della Giustizia un sigillo e lo strumento necessario per apporre la firma digitale.

Egli dovrà dunque depositare la propria firma autografa, accompagnata dall’impronta del sigillo, presso il Consiglio Notarile di appartenenza, che provvederà quindi a iscriverlo nel proprio ruolo.

Per concludere

Come abbiamo appena visto, aprire uno studio notarile non è dunque una passeggiata: richiede infatti anni di duro lavoro.

Una volta conquistato questo obiettivo, però, altre sfide attendono il nuovo professionista, perché, come ogni altra attività, uno studio notarile non si avvia da solo.

Sarà dunque il caso di farsi conoscere per poter costruire una clientela. A questo scopo possono essere molto utili i portali Web che permettono ai notai di entrare in contatto con un vasto pubblico di persone alla ricerca di un professionista.

Un'altra buona idea è quella di creare per il proprio studio notarile un sito online ufficiale.

 

 

 

Quanto qui pubblicato non può in alcun modo sostituire il parere personalizzato di un Professionista, potrebbe non essere adeguatamente aggiornato nel tempo e potrebbe comunque non essere applicabile al vostro caso. Vi invitiamo a rivolgervi ad un Notaio per l’analisi della vostra posizione e, qualora non lo facciate, il sito OkNotai non si assume alcuna responsabilità.

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