La dichiarazione di successione è un adempimento obbligatorio la cui natura è prevalentemente fiscale.
In questo articolo vedremo brevemente di cosa si tratta, come bisogna procedere e i motivi per i quali è importante seguire le corrette procedure.
Quando una persona muore si apre la cosiddetta successione ereditaria, che è un procedimento atto a trasferire beni e diritti ai successori.
La prima cosa che gli eredi devono controllare, naturalmente, è se il defunto ha lasciato un testamento in cui ha dettato le volontà relative al suo patrimonio. Se è così, prima di procedere con la dichiarazione di successione bisogna occuparsi della pubblicazione del testamento, presso il notaio che l'ha ricevuto o, in caso di testamento olografo, presso un notaio a scelta.
Per questo adempimento occorrono due documenti: l'estratto dell'atto di morte e il testamento olografo in originale.
Che la successione sia testamentaria o legittima, gli eredi sono in seguito chiamati a compilare la cosiddetta dichiarazione di successione.
Essa consta di una serie di moduli disponibili online sul sito dell'Agenzia delle Entrate: si può procedere per conto proprio o chiedere aiuto agli intermediari abilitati, come gli impiegati dei CAF, quelli dell'ufficio competente della stessa Agenzia delle Entrate, oppure il proprio notaio di fiducia.
Abbiamo detto all'inizio che la dichiarazione di successione ha una natura prevalentemente fiscale. Infatti la sua compilazione serve proprio a stabilire quali sono le imposte di successione relative ai beni immobili e mobili che il defunto (anche detto de cuius) lascia in eredità.
Va presentata obbligatoriamente entro un anno dalla dipartita della persona.
Le figure cui l'ordinamento giuridico italiano demanda tale obbligo sono le seguenti:
Vediamo velocemente di chi si tratta.
Gli eredi sono, naturalmente, coloro che all'apertura della successione hanno accettato l'eredità, mentre i chiamati all'eredità sono coloro che non l'hanno ancora accettata ma sono potenzialmente eredi.
I legatari sono le persone che, benché non eredi, hanno ricevuto beni o diritti dal defunto tramite un lascito nel testamento.
Un esecutore testamentario è di solito una persona di fiducia alla quale il de cuius ha affidato il compito di eseguire le disposizioni che ha inserito nelle sue ultime volontà.
L'amministratore dell'eredità, invece, subentra all'erede quando questi è posto in condizione sospensiva (significa che la sua possibilità di accedere all'eredità è legata a un evento preciso descritto nel testamento).
I curatori dell'eredità giacente sono coloro che amministrano il patrimonio ereditario non accettato dagli eredi. Il loro compito termina, come è ovvio, nel momento in cui l'eredità viene accettata.
I trustees sono i fiduciari, ovvero coloro che gestiscono il patrimonio di un trust che, come abbiamo visto in un altro articolo, è un istituto giuridico che presenta caratteristiche e modalità ben precise.
Come abbiamo detto poco fa, la legge concede 12 mesi di tempo per la presentazione della dichiarazione. Di solito il termine da cui si parte per il calcolo è la data di morte del defunto, ma esistono altre possibilità, dettate da circostanze precise.
Dunque il termine può anche decorrere, per esempio:
Nel caso in cui la dichiarazione di successione non venga presentata (omessa dichiarazione) si va incontro a sanzioni amministrative che possono variare tra il 120 e il 240 per cento dell'imposta liquidata, se dovuta, o tra i 250 e i 1000 euro.
In caso invece in cui la dichiarazione di successione venga presentata con un ritardo non superiore ai 30 giorni, le sanzioni vanno dal 60 al 120 per cento dell'imposta liquidata, se dovuta, o dai 150 ai 500 euro.
Le imposte sono fondamentalmente le seguenti:
Il valore dell'aliquota relativa alla terza voce del nostro breve elenco varia a seconda della “natura” del beneficiario dell'eredità:
La franchigia viene alzata fino al milione e mezzo di euro in caso il beneficiario sia una persona portatrice di handicap grave.
Tenendo presente che per una somma superiore ai 1000 euro è possibile richiedere la rateizzazione dopo aver versato il 20 per cento del dovuto entro 60 giorni dalla notifica, per il pagamento si può procedere in vari modi:
Il modulo relativo alla dichiarazione di successione – che, ripetiamo, si presenta in via telematica – è composto da diverse pagine e numerosi quadri; alcuni sono obbligatori, altri vanno compilati solo in casi specifici.
Nella prima pagina vanno indicate le generalità del defunto, la data del decesso, l'eventuale presenza di un testamento e l'ammontare dell'asse ereditario.
Nella seconda pagina si trovano l'albero genealogico e l'elenco dei documenti da allegare alla dichiarazione di successione, nonché il rapporto di parentela del dichiarante con il de cuius.
Nella terza pagina vanno inseriti i dati dei singoli eredi e degli eventuali singoli legatari (anagrafica, codice fiscale, grado di parentela).
La quarta pagina è invece dedicata ai dati catastali degli immobili caduti in successione.
Ci sono poi quadri dedicati a eventuali aziende, azioni o titoli, donazioni o trasferimenti e altri beni.
Tra i documenti da allegare ricordiamo:
In qualunque momento è comunque possibile consultare l'elenco nel sito dell'Agenzia delle Entrate per controllare se la propria dichiarazione di successione necessita di avere allegati documenti particolari.
In caso decidiate di rivolgervi al notaio per la dichiarazione di successione, sappiate che non solo vi fornirà assistenza per i passaggi più complessi, ma potrà compiere tutti gli accertamenti catastali eventualmente necessari.
inoltre, oltre a redigere la dichiarazione, provvederà a registrarla presso l'Agenzia delle Entrate competente e potrà occuparsi anche delle volture catastali relative agli immobili ereditati.