Tasso mutuo sono due parole che, specialmente in questo periodo, si sentono pronunciare e si leggono spesso.
D'altronde il tasso mutuo è una entità che pare astratta al primo pensiero, ma che ha ricadute ben tangibili sulla vita delle persone che hanno chiesto un finanziamento a un ente di credito.
Vediamo dunque che cosa è il tasso mutuo, in cosa differiscono tra loro quello fisso e quello variabile e se, al giorno d'oggi, si può tentare di stabilire cosa conviene fare quando ci si trova di fronte a una simile scelta.
Il mutuo, che trova la sua disciplina nell'articolo 1813 del Codice Civile italiano, non è altro che una particolare tipologia di contratto stipulato fra due soggetti, ovvero:
Il primo è colui che riceve in prestito una determinata somma di denaro e si impegna a restituirla al secondo alla scadenza e alle condizioni pattuite e sottoscritte nel contratto.
Solitamente si tratta di una transazione a carattere oneroso; ciò significa che il mutuatario non deve restituire al mutuante soltanto la cifra presa in prestito, ma anche una certa quota di interessi che viene calcolata grazie al tasso di interesse (il tasso mutuo, appunto).
Quest'ultimo viene calcolato sulla base di due valori di riferimento, ovvero lo spread e un parametro che si modifica a seconda dell'andamento dell'Eurirs (Euro Interest Rate Swap) nel caso del tasso fisso e dell'Euribor (Euro Inter Bank Offered Rate) in quello del tasso variabile.
La caratteristica principale del caso di tasso mutuo fisso è la seguente: la rata rimarrà costante per tutta la durata del piano di ammortamento del debito.
Abbiamo detto che il tasso di interesse per questa tipologia di mutuo si calcola in base allo spread e all'Eurirs.
Ogni istituto di credito può seguire un iter diverso per la rilevazione del tasso dell'Eurirs: ci sono banche che fanno riferimento alla media del mese precedente a quello in corso, altre che lo rilevano prendendo come parametro il valore in atto il primo giorno di ogni mese.
Se si ha in previsione la sottoscrizione di un mutuo per l'acquisto di un immobile, per esempio, sarà buona norma controllare l'andamento del tasso qualche giorno prima della data stabilita per il rogito, al fine di non avere sorprese nella data prefissata.
Infatti il tasso mutuo fisso sottoscritto al momento della firma del contratto di mutuo non è modificabile.
L'aspetto più rilevante di questa tipologia di mutuo è naturalmente l'imprevedibilità della rata mensile, che può cambiare – e in effetti lo fa – a seconda della situazione.
Infatti oltre all'Euribor, già nominato, alcuni istituti di credito fanno riferimento per i mutui a tasso variabile al tasso BCE, stabilito dalla Banca Centrale Europea.
Come abbiamo potuto sperimentare negli ultimi mesi, il tasso mutuo variabile, benché parta in genere da valori inferiori rispetto al fisso, può subire notevoli variazioni al rialzo.
Proprio per questo motivo da alcuni anni a questa parte è possibile stipulare un mutuo a tasso variabile con CAP, che prevede un tetto massimo oltre al quale il tasso di interesse non potrà andare, indipendentemente dalla situazione economica.
Come abbiamo accennato poco fa, è proprio la caratteristica costanza della rata a costituire il vantaggio principale di questo tipo di tasso mutuo.
Ne deriva al mutuatario una certa tranquillità, poiché egli sa con sicurezza quanto dovrà restituire ogni mese all'istituto di credito e può quindi pianificare la propria economia in base a un parametro che non si modifica nel tempo.
Diciamo allora che questa tipologia può essere particolarmente conveniente per coloro che hanno un introito stabile, derivato da un impiego dal quale non ci si aspettano grandi cambiamenti nella retribuzione nel futuro.
Può essere per esempio il caso di lavoratori dipendenti e di pensionati.
A fronte di sempre possibili aumenti della rata, uno dei vantaggi del tasso mutuo variabile è che, in genere, lo si sceglie quando il valore è inferiore rispetto ai ratei previsti per il fisso, quindi si parta con una rata più bassa.
Inoltre la quota di interessi da corrispondere alla banca è inferiore: ciò significa che, in un piano di ammortamento alla francese (il più diffuso per quanto riguarda gli istituti di credito italiani), la quota di capitale che si paga all'inizio è più elevata.
Ne deriva dunque un processo di abbattimento del capitale più veloce.
Possiamo allora pensare che un tasso mutuo variabile possa essere più adatto a coloro che godono di un reddito con potenzialità di incremento o con una spiccata predisposizione per il risparmio.
Partendo dal presupposto che nella situazione economica attuale il divario tra i due tassi è piuttosto ridotto, perciò è calata la convenienza del tasso mutuo variabile, quando ci si trova a dover scegliere vanno sempre presi in considerazione diversi aspetti:
Per quanto riguarda la prima voce, come abbiamo detto poco sopra, bisogna considerare soprattutto la possibile evoluzione negli anni di restituzione del prestito. Di solito, appunto, se si ha una fonte economica stabile che non prevede particolari incrementi si opta per la rata fissa.
Anche la durata del mutuo ha la sua importanza: per esempio ci si potrebbe trovare a pochi anni dal pensionamento, magari con la prospettiva di un ridimensionamento del proprio introito mensile.
La somma richiesta è naturalmente una delle caratteristiche principali, perché va considerata sia in base ai propri guadagni, naturalmente, sia in base al valore dell'immobile che il prestito ci consente di acquistare.
Ultima ma non meno importante, la cosiddetta propensione al rischio: è chiaro che, per esempio, se l'imprevedibilità della rata legata al tasso mutuo variabile può essere un fattore di ansia tale da incidere negativamente sulla qualità della vita, allora probabilmente vale la pena di considerare un tasso fisso.
Ricordiamo inoltre che, nel caso il mutuo sia stato acceso per l'acquisto della cosiddetta “prima casa”, è possibile avvalersi della surroga, per esempio portando il tasso da variabile a fisso al momento giusto, ovvero quando i tassi sono molto bassi.
Esiste infine un'altra tipologia, che prevede rata costante e durata variabile. Ciò significa che, in pratica, la rata sarà costante come nel caso di un tasso fisso ma periodicamente verrà calcolata la differenza tra quello applicato e quello effettivo.
Sulla base della discrepanza rilevata, la durata del piano di ammortamento potrà dunque aumentare o diminuire.
Qualunque tipologia possiate prediligere, è fondamentale una profonda e attenta analisi di tutti i fattori, dalla propria situazione economica e lavorativa personale al costo reale e alle clausole del finanziamento.
Si tratta di decisioni che hanno ricadute a lungo termine sulla vita delle persone, perciò vale la pena informarsi con attenzione e magari cercare la consulenza di esperti del settore.